Quanti di noi hanno mai fatto caso al modo che abbiamo di respirare? Chi non ha mai avuto un esperienza di yoga difficilmente ha potuto approfondire questo discorso.
Imparare la corretta respirazione potrebbe sembrare qualcosa di strano ma secondo le antiche conoscenze yogiche è qualcosa di essenziale per raggiungere l’unione con la coscienza universale.
Nello yoga infatti si distinguono 3 tipi di respirazione: la respirazione addominale o del diaframma, la respirazione toracica e la respirazione clavicolare.
La respirazione addominale si esegue rilassando il diaframma che andando giù nella regione intestinale tira l’aria nei polmoni. Questo tipo di respirazione è particolarmente indicata per calmare la mente.
La respirazione toracica è quella che coinvolge la parte alta del torso e la cassa toracica. Questo tipo di respirazione effettuata da sola ossia senza l’intervento della parte addominale produce livelli di adrenalina alti creando stati ansiosi.
La respirazione clavicolare si ottiene quando tutti i polmoni sono riempiti d’aria e non è possibile andare oltre nella respirazione.
Nello yoga la respirazione è completa ossia tutti e tre i tipi di respirazione vengono raggiunti. Il ritmo della respirazione è comunque profondo, rilassato e consapevole. Nella pratica delle asana le posizioni sono raggiunte attraverso inspirazioni o espirazioni ed è molto importante seguire correttamente queste fasi per ottenere il massimo beneficio dalla pratica.
Secondo le teorie dello yoga si pone così tanta enfasi nella respirazione perché quando inaliamo non c’è semplicemente uno scambio di gas all’interno dell’organismo ma introduciamo quello che viene chiamato prana. Il prana è anche chiamata energia vitale, ossia l’energia necessaria al corpo per svolgere tutte le sue funzioni.
Nel Pranayama o controllo del respiro, gli esercizi hanno lo scopo di riarmonizzare gli squilibri esistenti tra corpo e psiche attraverso lo sviluppo del prana.
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